Dopotutto, domani è un altro giorno.
È già complicato – purtroppo! – ricordare alle persone che “Via col Vento” non nasce come film, ma è ispirato da un romanzo.
Quel romanzo fu scritto da Margaret Mitchell, brillante giornalista statunitense, premio Pulitzer, figura dalla biografia movimentata. Per anni e anni si è pensato che l’unica opera messa in stampa da parte della scrittrice fosse stata proprio “Gone with the wind”, un feticcio unico e irripetibile tanto da intimorire per il resto della vita la produttività letteraria della Mitchell. L’abbiamo romanzata: non si sa affatto se quel libro abbia intimorito o meno questa figura tanto forte.
Certo, è affascinante pensare che in realtà a soli 16 anni avesse scritto un altro testo, una novella contenuta in due quaderni e gelosamente custodita da suoi scelti amici, emersa dai meandri soltanto a metà degli anni ’90.
“L’isola in fondo al mare”, questo il titolo dell’opera poi pubblicata da Rizzoli: originale e già molto matura.
Altrettanto affascinante, se pur triste, è pensare che nel testamento della Mitchell vi fosse l’espressa richiesta di distruggere tutta la propria scrittura.
Una novella di grande rilievo a 16 anni, un pluripremiato capolavoro anni dopo, poi la morte dovuta per un incidente nel 1949, ancora molto giovane.
Nel mezzo, parole di grande qualità che, in buona parte, non potremo leggere mai.