“ScritturAEsordiente: confessioni di un aspirante scrittore”
Una Rubrica di Cesare Diligenti
affermato sognatore: diventerò scrittore o morirò provandoci.
Puntata 12. Un dente, che cade
Organo coinvolto nella masticazione, per alcuni quando cade significa dolore.
Per al1tri, è sinonimo di soldi. Per molti, invece, è solo la reminiscenza di un passato lontano, quando – pieni di sogni – si posava sotto il cuscino come fosse un tesoro dal valore inestimabile… in cambio di un soldino.
Se fosse la fatina o il topolino a compiere quello scambio, è ininfluente. Ma per me, rappresenta l’emblema di un’ideologia.
Sì, perché io non ho mai pensato che scambiare un bene così prezioso e importante come un sogno, per del denaro, fosse una cosa sensata. Anzi, ho sempre creduto che barattare quel dentino caduto, dal potere nascosto (la magia di far avverare un desiderio) fosse pazzia. E ancora oggi ci credo. Questo baluardo della mia anima, brandello di una reputazione rispettabile, che stringo tra le dita, mi ricorda solamente che non ho i soldi per sistemarmi la bocca: conseguenza del mio cambio radicale di vita. Scelta da molti giudicata folle.
«Comodo fare l’artista» sostengono i più, quando ammetto che aver mollato tutto per scrivere mi ha reso felice. Pensano che vivere di sola arte sia semplice: pura didattica. Il modo, per un fannullone, di giustificare la propria indolenza. Ma sapete cosa rispondo loro? Che vivere di arte, invece, è duro lavoro; costante sacrificio: questo ennesimo dente, che saluto, è la conferma di quanto il denaro significhi tutto per questa società, e non valga nulla per me. Ma, soprattutto, è la dimostrazione che io sono ancora quel bambino che protegge i propri sogni, e ripone in un pezzo di sé stesso tutta la fiducia e la speranza che il proprio desiderio si realizzerà.