“ScritturAEsordiente: confessioni di un aspirante scrittore”
Una Rubrica di Cesare Diligenti
affermato sognatore: diventerò scrittore o morirò provandoci.
Puntata 11. Chi è l’artefice?
La musica alta. L’aria fresca della sera che entra nell’abitacolo, per tenermi compagnia giusto il tempo di un sussurro. Tra una nota e l’altra, insinuandosi tra i miei pensieri. Sto tornando a casa, in macchina, e ripenso ai miei personaggi. Mi chiedo cosa stiano facendo; cosa stiano provando. Li immagino affrontare la vita come la affronto io tutti i giorni. Tra sogni disillusi e desideri infranti. Tra compromessi accettati con dolore, ingoiati a forza.
E poi, sto bene.
In loro compagnia mi sento protetto. Capito.
Sono loro a darmi la forza. A rendermi vivo.
Sono loro a credere in me, ad avere fiducia nelle mie capacità. Più di quanto io, a volte, sia capace di fare nei loro confronti.
Poiché vogliono vivere, parlare, urlare. Vogliono gioire e morire; amare e odiare. Senza sapere mai, mi auguro, cosa significhino i tempi morti: la vita, ahimè, ne ha parecchi.
Esistenze vuote di cui non vale nemmeno la pena scrivere, sarebbe sporcare una pagina con parole inutili. Ma io non mi arrenderò mai alla mestizia. E, in attesa che qualcosa accada, che il mio libro venga pubblicato, e che finalmente i miei personaggi possano vagare liberi tra le persone, nei loro pensieri, dando valore e scrivendo insieme pagine nuove, lavoro giorno e notte per creare magia con le parole.
Aspettando che il mio destino si compia.