“La speranza è un sogno a occhi aperti.” ( Aristotele)
di M. Valeria Manconi
Squilla il telefono, un messaggio. È lui! Una semplice parola. Un sorriso illumina il mio viso. La speranza si irradia attraverso le vene, come linfa vitale.
Il medico mi stringe le mani dicendo che non tutto è perduto, possiamo provare a combattere il male. Socchiudo gli occhi assaporando la gioia di potermi vedere invecchiare.
Metto i piedi su una imbarcazione fatiscente e mentre il mare mi culla, mi stringo tra le braccia sperando in un futuro migliore alla fine di questa attraversata.
Tengo lo stick tra le mani e accompagnata dal lento e inesorabile trascorrere di due minuti, immagino di tenere mio figlio tra le mie braccia.
Durante tutta la nostra vita siamo circondati da una forza potente, la speranza. Anche i momenti più duri, se sono accompagnati da lei, si risollevano e possiamo andare avanti. La speranza di recuperare un amore, di guarire da una malattia, di trovare una soluzione, di avere un figlio o di cambiare una brutta situazione, lei è sempre li permettendoci di fare un passo avanti. La portiamo nel cuore come potente antidoto alla delusione totale. Basta anche solo uno spiraglio di cambiamento per farla nascere, per vedere migliorare il nostro futuro. Ci si aggrappa durante la tempesta, così da non cadere precipitando nel cratere dei sogni infranti, dell’amore perduto, della fine della vita, della mancanza di cambiamento.
Quante volte, però, bastano poche parole per cancellarla del tutto :
Sto meglio senza di te
Non possiamo fare più niente per salvare la tua vita
Sei sterile
Non vali niente
E’ tutto finito
Non ce l’ha fatta
La speranza vola via per consolare altre menti. Il cuore inizia a raggelarsi e non riusciamo a trasportarci sotto la luce, rimane solo il buio, il faro della speranza si è spento.
Ma ha davvero senso aggrapparsi a quel piccolo bagliore che la speranza ci mostra? Non ci porta forse a credere in qualcosa che molto probabilmente ci verrà negato in un futuro prossimo? Sarebbe più semplice ritrattare tutto dall’inizio, anziché soffrire maggiormente quando la speranza muore insieme ai nostri sogni. Il mondo, così, verrebbe inondato da cinismo, nessuno si lancerebbe in imprese complicate per paura di non farcela.
La speranza è una di quelle forze che non fa distinzioni tra gli uomini, ricchi o poveri, di una nazionalità o di un’altra, religiosi o meno, siamo tutti uguali davanti a lei.
La speranza è la nemesi della felicità, se c’è una non troviamo l’altra. Attraverso la prima assaporiamo un pochino la seconda che poi quando arriva realmente pone fine alla prima.
L’uomo non può vivere senza speranza che ci distingue dagli altri animali che non ricercano la felicità e che non sanno programmare il futuro.