Graphic! è la nostra Rubrica sul mondo di fumetti e graphic novel.
A cura di Domenico Amato
Creato dagli autori Len Wein e Bernie Wrightson per la DC nel 1971, Swamp Thing, il mostro della palude, ottiene un grande successo, ma solo per un breve periodo. All’inizio degli anni ottanta, la serie entra in una crisi che rischia di farla chiudere. Lo scrittore Wein decide di contattare il giovane inglese Alan Moore, che ha appena pubblicato il successo “V for vendetta”, e gli assegna il personaggio. Il britannico è entusiasta di cimentarsi nella ricreazione di un personaggio da zero e sin dai primi numeri da la sua impronta personale alla serie. Tratta temi filosofici, metafisici e letterari sfruttando un personaggio “narrativamente” complicato. Lui lo plasma e ne ricrea un qualcosa di lontano dai classici schemi supereroistici della DC, ma anche dalle più comuni storie dell’orrore. La serie parla di Alec Holland, uno scienziato rimasto coinvolto in un esplosione nelle paludi della Louisiana che lo trasforma un mostro ricoperto di fango e muschio. Dopo aver preso coscienza della sua condizione, si impegna per trovare una soluzione, ma un geniale colpo di scena ci porterà a compiere un viaggio psichedelico attraverso il verde. Leggere le pagine di Swamp Thing è come mangiare uno dei suoi frutti allucinogeni che ti spalancano le porte verso un mondo immenso di sensazioni nuove. Nuove prospettive, riflessioni sulla vita, la cura per l’ambiente, la sessualità… tematiche importanti toccate dall’autore inglese che è riuscito a riportare sulla cresta dell’onda un prodotto alla deriva e, al tempo stesso, scrivere un capolavoro come solo sui saprebbe fare.