Una rubrica di Alessia Benincasa.
Parliamo di Lettere, ma anche di Italia. Qualche pennellata sulle nostre città e le loro ricchezze.
Bologna è il vivace e antico capoluogo dell’Emilia- Romagna, come sappiamo.
La sua Piazza Maggiore è un’ampia piazza circondata da portici, locali e strutture medievali e rinascimentali come Palazzo d’Accursio, la Fontana del Nettuno e la Basilica di San Petronio.
Tra le torri medievali della città spiccano le due pendenti degli Asinelli e quella della Garisenda.
Si tratta del settimo comune più popolato d’Italia ed è al centro di un’area metropolitana di circa un milione di abitanti. Sede della più antica università del mondo occidentale, Bologna ospita numerosi studenti che ne animano la vita culturale e sociale. Possiede un ben conservato centro storico, fra i più estesi d’Italia.
La città, i cui primi insediamenti risalirebbero almeno al I millennio a.C., fu un importante centro urbano dapprima sotto gli Etruschi e i Celti, poi sotto i Romani e, nel Medioevo, come libero comune. Capitale settentrionale dello Stato Pontificio a partire dal Cinquecento, ebbe un ruolo molto importante durante il Risorgimento e, durante la seconda guerra mondiale, fu un importante centro della Resistenza.
Bologna è un importante nodo di comunicazioni stradali e ferroviarie del nord Italia, in un’area in cui risiedono importanti industrie meccaniche, elettroniche e alimentari. È sede di prestigiose istituzioni culturali, economiche e politiche e di uno dei più avanzati quartieri fieristici d’Europa. Nel 2000 è stata “capitale europea della cultura”, mentre dal 2006 è diventata “città della musica” dell’UNESCO.
Come usuale, parliamo di 3 specificità:
IL GIARDINO DELLA MONTAGNOLA
Il Parco della Montagnola è stato il primo vero giardino pubblico di Bologna ed è l’unico di una certa dimensione all’interno del centro storico. La sua posizione tra la stazione ferroviaria e l’autostazione delle corriere ne fa, da una parte, un luogo nevralgico della città – di fatto ne è quasi la “porta” di accesso per chi viene da fuori – dall’altra un punto di aggregazione.
Nato sulle macerie della rocca di Porta Galliera, con un aspetto molto diverso dall’attuale, fu parzialmente destinato all’uso pubblico nel 1662.
La sistemazione definitiva del parco si deve al periodo napoleonico e in qualche modo allo stesso Napoleone che, nei tre giorni in cui sostò a Bologna, si preoccupò di dare alla città qualche segno di impronta tipicamente francese.
L’8 agosto del1848 il Parco della Montagnola fece da scenario a un’importante battaglia risorgimentale, quella che determinò la cacciata degli austriaci dalla città in seguito a un’insurrezione popolare. Alla fine dell‘Ottocento il Parco venne dotato di un nuovo ingresso scenografico sul lato prospiciente il recente edificio della stazione.
Nel 1903 viene inaugurato il monumento ai caduti dell’VIII agosto, opera di Pasquale Rizzoli (nato nel 1871, volato in cielo nel 1953), ben visibile sul lato antistante la piazza che da questa data trae il suo nome.
Già dal piazzale della stazione è possibile intravedere la monumentale scalinata d’ingresso risalente alla fine dell’Ottocento – il Pincio di Bologna, realizzato nel 1896 su progetto di Tito Azzolini e Attilio Muggia, alla cui base si trova una fontana scolpita da Diego Sarti e Pietro Veronesi.
All’interno del parco è collocata una vasca circolare costruita in occasione dell’Esposizione Emiliana del 1888 contenente delle sculture di animali ad opera di Diego Sarti.
Ricordato da illustri letterati come Montesquieu e Stendhal, il parco ospita al suo interno alcuni imponenti Platani secolari, oltre a filari di Tigli ed Ippocastani. Una visione più suggestiva la si ha guardando il parco da Piazza VIII Agosto, dove il venerdì e il sabato si svolge uno dei mercati più importanti di Bologna. Nei giorni di mercato, specialmente nei mesi più tiepidi, diventa luogo di ritrovo per centinaia di giovani.
FINESTRELLA SUL CANALE DELLE MOLINE
Camminando per le stradine di Bologna, potreste accidentalmente ritrovarvi a Venezia . Avete già sentito questa storia? È un segreto , ma non è una leggenda: se fate una passeggiata fino a Via Piella passando per tutte le stradine secondarie , come Via Oberdan e Via Marsala, e una volta superata Porta Govese cercate bene sotto il portico.
Una finestrella,un buco quadrato sul muro vi farà affacciare su un mondo parallelo, una piccola Venezia, un fiume sotto ai palazzi vicini vicini. Meraviglioso, una perla dei bolognesi, un angolo custodito con gelosia e ricordato con nostalgia da chi a Bologna vi è solo di passaggio. La chiamano la piccola Venezia di Bologna.
Affaccia sul “ponte dell’amore” e rivela l’affascinante Bologna idraulica. La Finestrella si apre tra i palazzi e svela all’improvviso il Canale delle Moline, prosecuzione del canale di Reno, che per buona parte del suo itinerario è nascosto tra le case. La sensazione, dunque inaspettata, è quella di essere catapultati in una piccola Venezia.
Sul posto, di recente, si è recato anche il regista Dario Argento, che ha confessato: ‘Luogo che mi impressiona. E’ veramente da farci un film’.
VILLA SPADA
Villa Spada è una villa settecentesca con annesso parco, costruita in stile neoclassico, che si trova a Bologna, in via Saragozza, all’angolo con via Casaglia. Sorge nella zona pedecollinare della città, e il suo parco è uno dei più frequentati di Bologna e del Quartiere Saragozza.
Fu costruita nel Settecento per volere di Jacopo Zambeccari che ne affidò il progetto, in stile neoclassico, all’architetto italo-svizzero Giovanni Battista Martinetti , che curò anche il giardino all’italiana.
La proprietà rimase alla famiglia Zambeccari fino al 1811 e nel 1820 fu acquistata dalla marchesa Beaufort, sposata con il principe romano Clemente Spada Veralli, che completò il complesso annettendo al parco anche l’area che attualmente costeggia via Saragozza. Nel 1849 divenne la sede del quartier generale austriaco.
Agli inizi degli anni venti del Novecento la proprietà fu acquisita da un ramo della famiglia Pisa, attivo a Bologna in campo industriale; negli anni sessanta la villa e il parco furono acquistati dal Comune di Bologna e pochi anni dopo furono anche aperti al pubblico.
La villa è circondata da un parco preesistente alla costruzione della villa.
Nei pressi sorge il giardino all’italiana, disegnato dallo stesso Martinetti, ornato di statue, che funge da collegamento tra la villa e il parco circostante. Nella parte meridionale del giardino all’italiana è presente il memoriale alle 128 vittime partigiane della provincia di Bologna, realizzato nel 1975.
Oltre all’ingresso principale, posto all’incrocio tra via Saragozza e via di Casaglia, il parco di Villa Spada ne possiede un altro al quale si arriva proseguendo su via di Casaglia in direzione del Santuario della Madonna di San Luca; una volta superata la biblioteca, la strada curva a destra e, dopo circa 200 m, proprio sulla seconda curva (questa volta a sinistra) si vede chiaramente l’ingresso del parco posto ai piedi di una collina alta circa 50 m, dalla cui cima si può godere di una bellissima e ampia vista del centro storico bolognese.
Infatti la zona è nota col nome informale di “Curvone”, divenuto con gli anni posto di ritrovo e aggregazione dei giovani, provenienti dal quartiere Costa-Saragozza o da fuori.
Dal 1990 la villa ospita il Museo della tappezzeria (oggi Museo storico didattico della tappezzeria “Vittorio Zironi”), mentre nell’edificio antistante è presente la biblioteca del quartiere Saragozza, intitolata allo storico locale Oriano Tassinari.
Da segnalare, nella parte superiore la zona antistante la Biblioteca, un lucernario che ha preso il nome di “il Terrazzino”, in quanto trasformato in solarium dagli utenti della Biblioteca, nelle pause dello studio durante il periodo estivo.