di M. Valeria Manconi –
“ L’egoismo non consiste nel vivere come ci pare, ma nell’esigere che gli altri vivano come pare a noi.”
(Oscar Wilde)
Nell’avvio di questa nuova fase si è cercato di far ripartire l’economia, perché la salute è importante, ma anche il lavoro lo è.
Stiamo cercando, quindi, di preservarla senza trascurare il guadagno. Tantissime aziende fuori dai famosi “ beni di prima necessità” sperano di riaprire. Bar, ristoranti, alberghi, asili nido e tante altre. Dall’alto cercano di non trascurarle, decretando normative volte a non far scoppiare la tanto temuta ricaduta.
I ristoranti e i bar possono riprendere e fare servizio al tavolino cercando di distanziarli almeno due metri l’uno dall’altro, ma così per avere un effettivo guadagno bisognerebbe avere strutture enormi. Allora è stato deciso di dare maggiore spazio pubblico all’aperto, dunque nelle vie principali si vedranno distese a perdita d’occhio di tavoli e quei poveri camerieri a fare chilometri per servirli tutti muniti di mascherine e guanti.
Per gli asili nido e i centri estivi si potranno avere 3 bambini per ogni educatore, quindi se prima una struttura poteva ospitare diciamo 12 bambini con 2 educatori sufficienti, ora dovranno esserci ben 4 educatori , che significa maggiori spese per le aziende, maggiore adunanza di personale e turni alternati. Alla fine i genitori non avranno un reale servizio, ma solo uno a metà. Anche per le entrate e le uscite si dovrà turnare, ogni tot di bimbi che escono, il successivo gruppo in uscita dovrà aspettare circa 10 o 15 minuti, quindi dal primo gruppo all’ultimo potrebbero passare più di due ore se la struttura può contenere un gran numero di iscritti.
Ovviamente scoppia l’ennesima polemica, perché l’italiano si sa che ogni giorno si scopre con una nuova attitudine comprovata, eravamo virologi nella fase 1, ora siamo amministratori e politici. Purtroppo e per fortuna una situazione così non si vedeva da un secolo, al tempo dell’influenza Spagnola, quindi non si hanno i mezzi politici per affrontarla in modo sensato, cercando di accontentare tutti preservandone la salute. Ogni nazione ha attuato il loro piano, ricredendosi molto spesso. Boris Johnson, primo ministro del Regno Unito, ha proclamato l’immunità di massa invitando tutti ad uscire, successivamente al suo contagio e all’inevitabile ricovero in terapia intensiva ha fatto marcia indietro, avviando il suo look down. Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ha deciso che per uscire più velocemente da questo disastro economico i suoi “ sudditi” avrebbero dovuto iniettarsi dell’amuchina rischiando ancora di più la loro vita. Alcune nazioni proclamano il silenzio stampa. Della Russia, ad esempio, non si ha notizia, non si conoscono il numero dei contagiati e neanche le loro linee politiche, così come l’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl.
Quasi tutti brancolano nel buio e si muovono a tentoni all’interno di questa situazione nuova e difficile da gestire.
Noi stiamo qui ad attendere “ di che morte morire”, lo facciamo per la fame senza lavoro oppure corriamo il rischio di essere infettati dal corona virus? Magari siamo immuni, magari lo prendiamo in forma lieve, ma sicuramente non possiamo trascurare le nostre entrate. Siamo stati “tranquilli” e al sicuro nelle nostre case per ben 2 mesi, ora tutti i nostri risparmi sono prosciugati e dobbiamo uscire fuori e rischiare. Sarebbe riduttivo dire che mettiamo a repentaglio la nostra vita solo per il denaro, abbiamo bisogno di correre, di vedere gli amici e i parenti e tanto altro.
Il problema dell’essere umano è l’essere umano stesso. Ci sentiamo invincibili e eterni finché non veniamo toccati noi da vicino, finché un nostro parente non si amala o meglio non ci ammaliamo noi stessi. Riusciremo ad arrivare alla fase 3 indenni e con le tasche di nuovo piene il tanto di farci sopravvivere?