Lucia e i suoi ex [E.P.I.C.A]

A cura di Amelia Sofia Marconi
E.P.I.C.A (Equipe di Psicoterapia e Indagine su Casi Alternativi) è un insieme di immaginari incontri di una equipe di psicoterapeuti: sperimentazioni tra parole e psiche.

La quarantena ha coinvolto tutti. Anche noi, e anche i nostri pazienti.  E paradossalmente, in un periodo in cui ci si aspetterebbe più bisogno o necessità, è quasi una fase di relativa calma. Ma nessuno di noi riesce a crederci davvero. “Stiamo solo vivendo la quiete prima della tempesta” continuiamo a ripeterci tra colleghi. Portiamo avanti i casi già in trattamento mentre accogliamo alcuni timidi nuovi ingressi.

Anche la nostra riunione di equipe ha subito le conseguenze del lockdown: video chiamata collettiva. E per fortuna che siamo sempre solo noi tre, altrimenti sarebbe un delirio a quel punto dovremo tornarci noi in terapia: una favolosa terapia di gruppo. Ci sarebbe da divertirsi.

Ho appena tolto dal microonde la mia tazza di Sailor Moon e già avvolta nel mio pigiama di felpa mi accomodo sul divano. Allungo le gambe sulle quali appoggio il PC e mi connetto alla nostra stanza virtuale.

Sergio è già online. Lo saluto e noto la sua barba, ogni volta sempre più lunga e folta.

  • Hai proprio deciso che non te la tagli? – Gli chiedo incuriosita, mentre cerco un’altra posizione. sono troppo allungata per riuscire a bere la mia tisana senza rischiare di rovesciarla. Opto per sedermi a gambe incrociate, così la schiena rimane diritta.
  • Non è bella? Mi risponde lui, evitando di rispondere. Decido di non stare al suo gioco.
  • Hai deciso di coltivarla?
  • La taglierò quando potremo uscire. È il mio piccolo trofeo: la barba da quarantena.
  • Contento tu. – Decido volutamente di non dargli soddisfazione, anche se devo ammettere che gli sta decisamente bene, e mi chiedo come mai non se la sia mai fatta crescere.

Si connette anche Lucia, che ci appare con un mollettone in testa! Che meraviglia le chat da casa, rendono tutto più umano, rendono noi più umani.

  • Ehilà. – La accolgo io. La mancanza di contatto vis a vis mi porta ultimamente ad essere eccezionalmente entusiasta quando vedo un volto famigliare.
  • Ciao, Marti. –  Ricambia lei. La trovo bene, ha il viso più disteso da quando è iniziata la quarantena, i ritmi casalinghi devono aver giovato al suo livello di stress.
  • Scusa, noi non ci conosciamo, sono la dottoressa Pavesi. – Dice, presumo rivolgendosi a Sergio, la cui espressione è indecifrabile. E presumo pure la mia. Ma forse intuisco lo scherzo.
  • Mi stai trollando, vero? – Butta lì Sergio, ma non sembra molto convinto. Io invece capisco. Ma scelgo di rimanere in disparte e lasciare che se la sbrighino tra loro.
  • Non sapevo ci sarebbero stati nuovi ingressi nella nostra equipe. Ad ogni modo: benvenuto.
  • Beh, dai, ho capito. – tira dritto Sergio – Vi introduco il mio caso da quarantena: Lucia. – e con le braccia mima l’ingresso in scena di un personaggio sul palco.

Guardo nello schermo l’espressione di Lucia, nonostante la veda solo filtrata da una videocamera i suoi occhi catturano tutta la mia attenzione: spalancati e interrogativi. Ammetto che mi diverte sempre quando quei due si beccano tra loro, e quando non sono io al centro dell’attenzione.

  • Sergio…ti stavo prendendo in giro per via della barba, scherzavo… – confessa Lucia dopo un attimo di silenzio.
  • Io no. – Stronca lapidario Sergio. E il silenzio ripiomba tra di noi. Sento che devo intervenire prima che si passi tutta la riunione a prendersi in giro.
  • Va bene. Ehm, che ne dite di fare il punto? Sergio hai davvero tu un caso da discutere?
  • Si, ve lo sto dicendo.
  • Ok, e la tua paziente è Lucia?
  • Esatto. – Quanto mi fa incazzare quando fa apposta a non risolvere l’ambiguità che ha generato. Non ci sta proprio ad essere battuto e non avere l’ultima parola. Non ha ancora digerito che le allieve stanno superando il maestro al suo stesso gioco.
  • Per favore ti vuoi spiegare? Non vorrai portare Lucy in intervisione. – chiedo io, anche se non credo davvero che possa fare una cosa del genere.
  • Certo che no. Lucia è la mia paziente da quarantena.
  • Quindi un’altra Lucia?
  • Si, un’altra Lucia, perché cosa avevate capito?  – Continua imperterrito lui, senza dare accenno di voler collaborare con noi e assumersi la responsabilità dell’equivoco. Ci pensa Lucia, la nostra Lucia, a sciogliere la situazione:
  • Vai, presentacela!
  • Allora, Lucia: donna di 42 anni, mi contatta al termine del primo mese di quarantena perché ha ansia sempre crescente, le sue parole esatte sono state… – e lo osservo mentre al di fuori dello schermo visibile, sta sfogliando le pagine in cartella – … ecco qui: “dottore, non capisco cosa voglia dirmi il mio subconscio”.

Sia io che Lucia rimaniamo immobili. Sento la mia mente che si è messa in moto e ripete le parole per cercare di mettere a fuoco il concetto: non capisco cosa voglia dirmi il mio subconscionon capisco cosa voglia dirmi il mio subconscio… Il nostro collega psichiatra coglie la nostra incapacità di reagire e prosegue.

  • Nella settimana precedente al primo contatto con me, fatica ad addormentarsi, quando si avvicina l’ora di coricarsi inizia a sentir salire ansia, si gira e si rigira nel letto, con tutte le conseguenze del caso: affaticamento diurno, scarsa concentrazione, nervosismo ecc. ecc. conclude il nostro primo incontro con la frase: dottore io ho paura di addormentarmi.
  • E questo si è presentato solo durante la quarantena, o era presente già da prima? – inizia subito con le domande di routine Lucia avvicinando il suo viso allo schermo. Ma io non sono convinta che quella sia la strada da percorrere.
  • Aspetta Lucy, prima ho io una domanda. Ma cosa succede durante i sogni?
  • Ogni notte sogna un suo ex!

Mi viene da ridere. Ma subito mi rendo conto che non è proprio così divertente. Pur trovando la cosa vagamente comica, riesco a comprendere che possa anche essere un filo inquietante.

  • E quanti ex ha? – mi esce spontaneo, mentre comincio a pregustarmi la nostra riunione. E io che pensavo che i casi da quarantena fossero tutti uguali e noiosi.
  • Non è ben chiaro, a quanto pare appaiono in sogno sia ex fidanzati, che flirt passeggeri, amori platonici o semplici cotte.
  • Scusa Sergio, ma questa Lucia come si sente al risveglio? Quali emozioni la mattina? – chiede l’altra Lucia, che rispetto a me sembra prendere molto più seriamente la situazione.
  • Da quello che mi ha detto, le prima notti era divertita, poi è diventato un appuntamento fisso e la cosa ha iniziato a lasciarla un po’ perplessa, lo ha raccontato ad alcune amiche le quali, forse per sdrammatizzare, le hanno detto: chissà cosa vorrà dirti il tuo subconscio! E boom: da lì è entrata in rimuginio e l’ansia ha iniziato a perseguitarla. La sua preoccupazione è questa: che significato ha tutto questo per la mia vita?

A me pare tutto esagerato, qualche sogno su un ex fidanzato e si ritrova a mettere in discussione tutta la sua vita? Servono maggiori dettagli.

FINE PRIMA PARTE

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