“Tutti i gatti sono mortali. Socrate è mortale, dunque Socrate è un gatto!”
A cura di Valentina Barletta –
“Il rinoceronte”, geniale opera teatrale di Eugène Ionesco suddivisa in ben tre atti, viene rappresentata per la prima volta al teatro dell’Odeon a Parigi nel 1960 con la regia di Jean-Louis -Barrault.
Tra le più complesse ed interessanti opere del teatro dell’assurdo, Il Rinoceronte narra di un’immaginaria epidemia, la “rinocerontite”, che partendo dalla Francia, si diffonde in tutto il paese.
Ma per quanto possa essere un’opera con sfumature surreali, sarcastiche, satiriche e divertenti, traspare comunque un significato allegorico riguardante la politica della metamorfosi, al tema del conformismo, al razzismo e ovviamente, alle tendenze totalitarie che si vivevano ai tempi del Fascismo.
Un libro fenomenale, dove la moralità, viene ribaltata descrivendola con uno stile grottesco e paradossale, facendo capire, che per quanto si possano fare riflessioni, non si giunge mai ad una concreta conclusione, o ancora meglio, che la filosofia, non fa altro che aumentare il dubbio.
La trasformazione degli esseri umani in rinoceronti , è dunque dovuta alla debolezza dell’uomo stesso, poiché mentre la razza umana subisce la metamorfosi, l’uomo cede senza opporsi.
Ed è qui che entra in gioco il carattere anticonformista di Eugène Ionesco.
In questo caso, l’ autore, attacca il conformismo paragonando la mandria di rinoceronti che battono il suolo con le loro zampe al regime totalitarista di Mussolini ai tempi della Seconda Guerra Mondiale.
Analizziamo dunque i tre atti:
ATTO PRIMO
I due amici Jean e Berenger si ritrovano a discutere in una piazza di domenica mattina.
Amici del tutto opposti: Jean ama l’ arte, la cultura, e soprattutto, si prende cura della sua persona, mentre Berenger, uomo incolto e trasandato si contraddistingue da quest’ultimo per un malessere di fondo esistenziale che che lo induce a bere.
Durante tale discussione, improvvisamente, appaiono due grandi rinoceronti camminare nella piazza, ma i due protagonisti, continuano a parlare come se niente fosse, nonostante si fossero resi conto della presenza alquanto insolita ed inspiegabile.
“Perché in questa città non abbiamo più lo zoo da quando gli animali sono stati decimati dalla peste… Ma di che circo parla? ”.
E fu così che il saggio filosofo, ascoltando tale discussione, decide di approfondire il significato della moralità: “Tutti i gatti sono mortali! Socrate è mortale, dunque Socrate è un gatto !”
E poi ancora: “Il cane ha quattro zampe. Il Gatto ha quattro zampe. Dunque, il cane è un gatto !”
Attraverso il sillogismo Aristotelico, Ionesco vuole sottolineare quanto la moralità, sia soltanto effimera, superficiale, in quanto la filosofia non è in grado di spiegarci effettivamente il perchè delle cose.
“Era già passato poco fa davanti al mio negozio! Ma questo è un altro!”,
“Ha un corno non due corna, specie di asiatico !”
Ed anche qui, troviamo un tema delicato: Il razzismo, che si evidenzia dal fatto che i due attori non rimangono basiti del fatto che sia anormale vedere un rinoceronte camminare in una piazza, bensì, iniziano a litigare discutendone della razza, chiedendosi se fosse Africano, asiatico, con un corno o bicornuto.
ATTO SECONDO (PRIMA PARTE)
Nell’ufficio di Berenger, il collega Dudard, e la dattilografa Daisy di cui Berenger è segretamente innamorato, affermano di aver visto nella piazza altri rinoceronti, cosa smentita dall’ Insegnante in pensione Botard, che continua ad affermare sia tutta una trovata giornalistica .
Mentre Berenger sostiene l’ impossibilità di accettare tale situazione, il suo collega Dudard afferma l’ opposto, in quanto i rinoceronti stanno prendendo sopravvento sugli umani. Ed è qui che anche Dudard cede… scegliendo così di unirsi ai rinoceronti.
Improvvisamente la discussione viene interrotta dall’arrivo di Madame Bœuf, che si era assentata dal lavoro perchè inseguita da un rinoceronte. Ebbene, madame Boeuf riconosce nell animale la trasformazione di suo marito.
ATTO SECONDO (SECONDA PARTE)
Berenger si reca a visitare Jean per scusarsi riguardo alla discussione avuta il giorno precedente, ed entrando nell’appartamento trova l’ amico malato in gravi condizioni : una forte febbre che simboleggia il cedimento di Jean, segnala la sua volontaria metamorfosi nonchè trasformazione in rinoceronte sotto lo sguardo spaventato del suo amico:
Soltanto ora egli sta capendo, che tutto il mondo si sta trasformando in rinoceronte!
ATTO TERZO
Berenger si chiude nel suo appartamento. Terrorizzato dal fatto di poter essere contagiato dall’ epidemia della ” rinocerontite “, i rinoceronti imperversano in massa per le strade, essendo risultando ormai la schiacciante maggioranza. Per questo lui e la dattilografa Daisy si promettono amore eterno, per poter inoltre generare la prole e non far estinguere l’ uomo. Eppure, tale promessa dura talmente poco, tanto che anche Daisy, decide di unirsi alla maggioranza, e subisce la metamorfosi tramite il contagio.
Berenger inizia a dubitare sempre piu della sua natura, sentendosi dalla parte del torto, considerandosi addirittura piu brutto dei rinoceronti stessi….
E fu così che l’ opera teatrale si concluse con la resistenza!
Opposizione:
“Ho deciso, rimarrò l’ unico essere umano sulla terra, e non se ne parla più!”