Perché Biancaneve mangiò la mela? [In forma di parole]

Rubrica a cura di Valentina Vichi

Perché la strega ha avvelenato Biancaneve con una mela e non, che so io, con una pesca? Sono tutte e due colorate, rotonde e, quanto a succo, vince la pesca 10 a 1.

La mela è un frutto originario dell’Asia che giunse in Grecia, dove venne chiamata μῆλον [melon]. In realtà, il termine indicava qualsiasi frutto dalla buccia sottile e dal sapore dolce; lo potremmo oggi tradurre con “pomo”, se non semplicemente con “frutto”, come dimostra l’11° fatica di Ercole in cui l’eroe doveva rubare i pomi d’oro dal giardino delle Esperidi. Oggi si associano i pomi con le mele, anche se, probabilmente si trattava di limoni, visto il loro colore, a dimostrare che, in realtà i pomi, nei miti, indicavano spesso generici frutti. Con l’arrivo delle mele a Roma, il termine divenne malum in latino alto o melum in lingua popolare, infatti oggi diciamo mela e non mala, ma, poiché il latino scritto si basava sul registro alto, nei testi, si diffuse malum.

Quindi, quando la bibbia fu tradotta dal greco, il frutto dell’albero della conoscenza, μῆλον, in latino, divenne malum. Il termine è anche la forma neutra dell’aggettivo malus, ossia malvagio. Spesso, i romani utilizzavano gli aggettivi neutri per indicare le parole astratte e quindi malum designava la cattiveria. Chiamare il frutto del peccato originale con la stessa parola usata per definire la malignità, fu un’opportunità che i traduttori non vollero e non poterono farsi scappare. Così la mela divenne l’incarnazione del male e finì per essere associata ad esso anche nelle fiabe, e a Biancaneve toccò mangiarne una avvelenata.

Lascia un commento