“Piccole Donne”: modernità di un classico senza tempo

di Rachele Pezzella

Come insegna Italo Calvino “un classico è un libro che non ha mai finito di insegnare qualcosa”.

Piccole donne racconta la storia delle sorelle March: Amy, Jo, Meg e Beth.
L’autrice Louisa May Alcott percorre la loro vita di adolescenti che crescono in una famiglia povera in Pennsylvania, con il padre lontano a combattere la guerra di Secessione americana. Le quattro sorelle lavorano sodo per dar vita ai propri sogni e si impegnano duramente per raggiungere i propri obiettivi. La madre, molto progressista per l’epoca, le sprona a combattere per vedersi realizzate, nonostante tutte le difficoltà. Ma la guerra finisce e le sorelle March sono costrette a ridimensionare le proprie aspirazioni per fare i conti con un mondo che, almeno nel 1868, è ancora un posto per soli uomini.
Nonostante le indole diverse, si dimostrano incredibilmente affiatate nell’affrontare le difficoltà quotidiane, a partire da quelle economiche e dal grande vuoto causato dall’assenza del padre.
Il perno attorno al quale ruotano le loro vite è la madre Margareth, vigile osservatrice e saggia consigliera, capace di lasciare loro sempre lo spazio per scegliere in libertà, senza alcuna interferenza. Ruolo fondamentale hanno anche l’affetto della domestica Hannahe, l’amicizia del benestante vicino di casa Laurie, e pure la rigidità della ricca zia March.
Sono ragazze piene di risorse, che non si accontentano di fare (solo) le brave figlie o le brave future mogli. Hanno ambizioni e talenti e non soltanto la bellezza. Quello che emerge è un’incoraggiante spinta all’inseguimento dei propri sogni e desideri, alla ricerca del vero amore e del rispetto per sé stessi e per gli altri.

Ogni sorella evidenzia una diversa sfaccettatura caratteriale femminile, precisa e netta, che cattura l’interesse del lettore e lo spinge ad identificarsi in una delle protagoniste.
La più quotata è Jo, ribelle e anticonformista, caparbia e intelligente, fiera di non sottostare alle convenzioni sociali. E’ una ragazza dotata di cervello e difetti, sognatrice e al contempo pragmatica, energica ma piena di fragilità.
Sembra lei la protagonista del romanzo, nonché l’alter ego della scrittrice Louisa May Alcott.
Meg è la maggiore delle sorelle. E’ tra tutte la più mite e responsabile: è la roccia sulla quale poggiano le altre sorelle. E’ in un certo senza il prototipo della donna vecchio stile, che si deve occupare delle faccende domestiche e non esce mai delle quattro mura di casa. Anche quando si sposa, con John Brooke, non tradisce il suo ruolo. Ha prima due gemelli, la femmina Daisy e il maschio Demi, a cui segue Josy.
Beth è “tutta pace e timidezza”, è l’emblema della dolcezza e della gentilezza. E’ la ragazza con la salute più fragile all’interno del gruppo: contrae la scarlattina da cui guarisce senza mai riprendersi completamente.
Amy è frizzante e vanitosa; è la piccola di casa e sogna di diventare un’artista, una pittrice. E’ l’unica che si lega alla vita materiale e ai suoi agi.

Mentre si legge il libro per la prima volta qualsiasi fanciulla decide di immedesimarsi in una delle protagoniste. In realtà si è troppo piccole per prendere questa decisione; occorre tempo ed esperienza reale per scegliere onestamente. Da giovani si può ipotizzare quale sorella vi piacerebbe essere, la consapevolezza dell’età adulta non vi lascerà alcun dubbio.
Ecco perché Piccole donne resta tra quei libri che nella vita bisogna leggere due volte. Vi accorgerete che nasconde vere e proprie lezioni di vita, da appuntare su quei post-it sempre a portata di mano e di memoria.

-Saprete lasciare andare chi non vi apprezza!
Amy invita Laurie, per anni innamorato di Jo (ma mai ricambiato!) a non lasciare che questa delusione d’amore possa rovinare tutte le altre cose che possono succedere.
Vi sarà successo di innamorarvi senza essere ricambiate, no? Il dolore di questi momenti ci blocca. Rinunciamo a occasioni e incontri perché ancora perse dietro ad una storia senza futuro. Non sempre possiamo avere ciò che desideriamo, ma non dobbiamo lasciare che ci condizioni. C’è tanta bellezza in noi e attorno a noi.

-Capirete che siamo molto più di quel che appariamo!
Con saggezza, la madre insegna alle sue figlie che non sono oggetti da decorare ed esporre, ma sono molto molto altro. Il tempo eroderà la bellezza, ciò che non si può scalfire è la nostra intelligenza, la nostra gentilezza, il nostro coraggio.

-Apprezzerete la dedizione e la tenacia con la quale ogni sorella insegue i propri sogni.
Non permettete a nessuno di dire quale strada dovete seguire per arrivare alla felicità. Come le sorelle March, pure non condividendole sempre, rispettano e supportano le scelte delle altre.

-Saprete riconoscere il valore di ogni piccolo sacrificio.
Nel romanzo c’è almeno un momento nel quale ogni protagonista rinuncia a qualcosa di importante e per il bene di qualcun altro. Da piccoli non si riesce a comprendere a pieno il sacrificio, soprattutto se si tratta di privazioni di natura affettiva piuttosto che materiale.

-Capirete che le cose belle accadono davvero (anche quando non ci crederete più!)
Basta poco, a volte. Basta non perdere la speranza.
La bellezza e la gentilezza si nascondono in ogni angolo del mondo,e potrebbero sorprenderci da un momento all’altro.

Perciò, cosa aspettate?
Riprendete il libro dalla libreria, spolveratelo e immergetevi tra quelle pagine. Vi scoprirete donne nuove.

PEZZELLA RACHELE

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