In forma di Parole è una rubrica a cura di Valentina Vichi. Tra etimologia e curiosità, il racconto della nostra lingua.
Ogni parola è un po’ come una bolla di sapone, un elemento quasi invisibile ed evanescente, ma comunque emozionante, che porta dentro di sé mondi magici e lontani.
Qualunque bambino, sentendo una parola nuova, prova emozioni di straniamento, divertimento o fastidio, senza sapere bene il motivo.
Ecco perché dentro ciascuna parola c’è un mondo, che cresce e si trasforma ad ogni uso, arricchendosi di nuove sfumature e perdendone altre, a seconda di chi parla e di chi ascolta.
Ad esempio, l’avreste mai detto che ospitalità e ostilità derivano dalla stessa antica radice? In fondo, sono entrambi nomi in qualche modo collegati a come relazionarsi con persone esterne, che solo il tempo ci dirà se vengano in pace, e sono quindi ospiti, o hanno cattive intenzioni e dobbiamo considerarli nemici, ostili.
Forse oggi la distinzione ci appare più chiara, ma come ci saremmo sentiti in un’antica casupola romana, al buio, trovandoci davanti uno sconosciuto che bussa alla nostra porta in piena notte?
Se la pensiamo così, ogni parola è il riassunto di una storia lunga di secoli, di cui abbiamo perso la memoria, ma che continua, con piccole tracce discrete, a urlarci il suo racconto.
A noi il compito di ascoltarlo, tradurlo e comprenderlo.